Patagonia, turismo e ricerca insieme per le balene

balene

Il turismo si schiera a difesa delle balene. Ogni anno oltre 300mila turisti si recano nella lontana e per molti versi desolata Penisola di Valdes, in Argentina, una riserva naturale designata patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel 1999.

Qui infatti ogni anno migrano dall’Antartide 4.000 balene franche australi in cerca delle acque più calde della Patagonia meridionale per la stagione della riproduzione, per poi partorire in due golfi riparati della costa argentina.

“Siamo venuti a visitare l’Argentina e cullavamo il sogno di vedere le balene da vicino, per questo siamo venuti a Puerto Madryn” spiega una turista spagnola. “E’ un posto davvero unico al mondo. Tutto è speciale, il viaggio, il panorama, il mate, anche il freddo…”.

La migrazione delle balene e i loro schemi di riproduzione nella Penisola di Valdes sono lo scenario perfetto anche per la ricerca scientifica.

“La Penisola di Valdes è circondata da spiagge e scogliere”, sottolinea Mariano Sironi, direttore scientifico del Whale Conservation Institute. “Dalla cima delle scogliere si possono osservare per molte ore le balene in superficie, un punto di osservazione ideale. Ogni anno passano qui diversi mesi e le femmine che abbiamo imparato a identificare tornano sempre in queste acque con i loro piccoli. E’ uno dei posti migliori per studiare le balene” conclude Sironi.

Di recente, un gruppo di ricercatori e un’impresa armatrice hanno deciso di mettersi in società per organizzare una joint venture tra scienza e turismo. I turisti pagano il biglietto e si godono lo spettacolo delle balene nel loro habitat naturale, mentre i ricercatori viaggiano gratis e osservano da un punto di vista più scientifico il comportamento delle balene sopra e sotto l’acqua.

Nonostante il numero delle balene sia in crescita dopo il bando internazionale alla loro cattura, non possono considerarsi ancora fuori pericolo. Collisioni con le navi in transito, reti galleggianti e un ecosistema minato da un crescente inquinamento continuano a minacciare la loro sopravvivenza. Per questo, l’intesa tra turismo e ricerca può contribuire alla protezione di questi giganteschi e affascinanti mammiferi marini.

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